venerdì 24 ottobre 2008

Discariche abusive

Questo è lo stato in cui è ormai ridotto il nostro comune .
Sindaco Leodori e Assessore Saracini,è questo il bene ed il dovere con cui servite il nostro paese???







Pubblichiamo con piacere la risposta resa dal Sindaco di Zagarolo nel primo semestre del 2004, tesa a rassicurare i cittadini di Zagarolo residenti in zona Colle Pallavicini, a seguito della cessione dell'ex Cantina Vinicola Gabinia che, nelle intenzioni, doveva essere convertita in un "innovativo" centro di compostaggio dei rifiuti organici.
Peccato che dopo qualche mese la pubblicazione della nota di che trattasi, la società Masan a cui era stata ceduta la Cantina, rilevava aspetti inquietanti, ma evidentemente sfuggiti nel corso dell'analisi del piano industriale.
Così dalle belle e rassicuranti parole del 2004, ci ritroviamo oggi un impianto in stato di abbandono, rifugio per cani randagi e, non di rado, discarica di spazzatura in tutta la zona antistante l'ingresso.Ci auguriamo che, presto o tardi, sia fatta luce su questa triste vicenda e che i cittadini di Zagarolo siano messi al corrente delle motivazioni (...?) in base alle quali si è decisa la vendita dell'ex Cantina Sociale Gabinia un tempo fonte di benessere nell'ambito del territorio Comunale.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Il messaggero
8luglio 2004

La Masan stava per mettere in funzione un altro centro di compostaggio anche a ZAGAROLO, in provincia di Roma, identico a quello di Magliano Sabina. E la popolazione della frazione Colle Pallavicini stava raccogliendo le firme contro l’insediamento quando gli arresti ordinati dalla procura di Rieti nei confronti, tra gli altri, dell’amministratore della MASAN, hanno di fatto bloccato l’inizio dell’attività nel capannone di ZAGAROLO. Anche lì adesso si sono allargate le indagini della Forestale reatina e dei carabinieri del Noe, per verificare soprattutto la regolarità delle autorizzazioni. La stessa cosa che gli accertamenti coordinati dal pubblico ministero Palazzi stanno cercando di appurare a Rieti, passando al setaccio gli atti firmati dalla Provincia e da altri enti. L’inchiesta che ha portato a scoprire come rifiuti pericolosi fossero falsamente trasformati in concime per l’agricoltura, affonda in realtà le sue origini alla fine degli anni ’90 quando, sempre la Forestale, intercettò degli autotreni che provenivano dal nord Italia e che trasportavano rifiuti speciali e dei contenitori al cui interno c’erano grandi quantità di poleveri provenienti dall’abbattimento di fumi nelle industrie. Luogo di destinazione era proprio Magliano Sabina e l’area era quella dove poi la Masan ha realizzato il centro di compostaggio. L’indagine dell’ex pm Baldanza si estese agli autotrasportatori e al titolare della società che gestiva il traffico, ma poi fu archiviata perchè i termini d’indagine risultarono prescritti. Quando è subentrato Massimo DAMI con la sua MASAN , l’attenzione degli investigatori è nuovamente salita e la Forestale ha cominciato a tenere sotto controllo i movimenti dei camion in entrata e in uscita dal centro di Magliano. Fino all’autocarro intercettato il 23 maggio 2003 che ha consentito di scoprire il traffico illecito. Ieri sono intanto iniziati gli interrogatori per rogatoria dei sette arrestati nel corso dell’operazione ”Agricoltura biologica” che si concluderanno domani. Da sabato toccherà al sostituto procuratore Palazzi iniziare il giro dei vari carceri dove sono detenute le persone indagate. Nel frattempo la Coldiretti di Rieti annuncia di essere pronta ad agire per la tutela legale di imprese agricole e cittadini-consumatori, e di voler mettere in campo azioni in nome dei principi di massima trasparenza e di tolleranza zero verso chi inquina e opera in maniera illegale sul territorio.
Il messaggero

Anonimo ha detto...

vogliamo ricordare che il primo cittadino di Zagarolo è stato insistentemente lo sponsor unico di Masan o meglio del sig.Massimo DAMI!!!!!!!!

Gente!!!!!! MEDITATE!!!!!

Anonimo ha detto...

La Masan stava per mettere in funzione un altro centro di compostaggio anche a Zagarolo, in provincia di Roma, identico a quello di Magliano Sabina. E la popolazione della frazione Collepallavicini stava raccogliendo le firme contro l’insediamento quando gli arresti ordinati dalla procura di Rieti nei confronti, tra gli altri, dell’amministratore della Masan, hanno di fatto bloccato l’inizio dell’attività nel capannone di Zagarolo. Anche lì adesso si sono allargate le indagini della Forestale reatina e dei carabinieri del Noe, per verificare soprattutto la regolarità delle autorizzazioni. La stessa cosa che gli accertamenti coordinati dal pubblico ministero Palazzi stanno cercando di appurare a Rieti, passando al setaccio gli atti firmati dalla Provincia e da altri enti. L’inchiesta che ha portato a scoprire come rifiuti pericolosi fossero falsamente trasformati in concime per l’agricoltura, affonda in realtà le sue origini alla fine degli anni ’90 quando, sempre la Forestale, intercettò degli autotreni che provenivano dal nord Italia e che trasportavano rifiuti speciali e dei contenitori al cui interno c’erano grandi quantità di poleveri provenienti dall’abbattimento di fumi nelle industrie. Luogo di destinazione era proprio Magliano Sabina e l’area era quella dove poi la Masan ha realizzato il centro di compostaggio. L’indagine dell’ex pm Baldanza si estese agli autotrasportatori e al titolare della società che gestiva il traffico, ma poi fu archiviata perchè i termini d’indagine risultarono prescritti. Quando è subentrato Massimo Dami con la sua Masan , l’attenzione degli investigatori è nuovamente salita e la Forestale ha cominciato a tenere sotto controllo i movimenti dei camion in entrata e in uscita dal centro di Magliano. Fino all’autocarro intercettato il 23 maggio 2003 che ha consentito di scoprire il traffico illecito. Ieri sono intanto iniziati gli interrogatori per rogatoria dei sette arrestati nel corso dell’operazione ”Agricoltura biologica” che si concluderanno domani. Da sabato toccherà al sostituto procuratore Palazzi iniziare il giro dei vari carceri dove sono detenute le persone indagate. Nel frattempo la Coldiretti di Rieti annuncia di essere pronta ad agire per la tutela legale di imprese agricole e cittadini-consumatori, e di voler mettere in campo azioni in nome dei principi di massima trasparenza e di tolleranza zero verso chi inquina e opera in maniera illegale sul territorio.Il messaggero 2004

Anonimo ha detto...

vogliamo ricordare che il primo cittadino di Zagarolo è stato, ED E', insistentemente lo sponsor unico di Masan o meglio del sig.Massimo DAMI!!!!!!!!

Gente!!!!!! MEDITATE!!!!!

Anonimo ha detto...

intervengo da magliano sabina.
il processo x la masan e' in corso al tribunale di poggio mirteto, intanto la ditta ha dichiarato fallimento, e cosi' presso il sito sono in stato di totale abbandono rifiuti e scorie cangerogeni che, in attesa di essere smaltiti, come, da chi, con che soldi non si sa, stanno filtrando nelle falde.
e, guarda caso, anche qua, il principale indagato aveva santi in paradiso!

Cittadino di Magliano Sabina ha detto...

Masan, chiesti 50 anni di carcere.
Dal Messaggero di Rieti del 3 novembre 2009.
4 anni e 6 mesi per Massimo Dami, per il suo braccio destro a Magliano Michele Falaschi, per Roberto Caldini e Luigi Cardiello, tutti considerati come le "menti" del traffico di rifiuti.
3 anni e 6 mesi per ognuno dei proprietari dei terreni e 2 anni e 6 mesi per nove autotrasportatori.
Per tutti pene accessorie, obbligo di bonifica dei terreni inquinati e risarcimento dei danni.