sabato 5 giugno 2010

ATTIVITA' STORACE - BUONASORTE.

L’acqua e la sua gestione nella nostra Regione è un problema reale, che il presidente della Regione Lazio Renata Polverini saprà affrontare, ne sono sicuro, con criteri operativi seri e responsabili. Non certo come ha fatto Marrazzo, che ha amministrato una risorsa fondamentale come quella idrica sotto il falso proclama dell’ombrello pubblico, dimostrandosi più attento a coprire buchi di bilancio di qualche ente piuttosto che tutelare gli interessi e i diritti dei cittadini.E’ il caso dell’Ato 1 Lazio Nord – Viterbo. Contrariamente a quanto stabilisce la legge, che prevede la sola presenza dei Comuni, l’Ato 1 ha affidato il Servizio idrico Integrato ad una società per azioni pubblica, la Talete, costituita dalla Provincia di Viterbo e dai Comuni facenti parte dell’Ato 1, ma partecipata dalle società pubbliche Robur, Siit e Cobalb, la cui piena operatività è subordinata alla presa in carico di tutte le gestioni comunali. Tutte le società, quindi, svolgono il medesimo servizio, così che i cittadini si ritrovano a pagare quattro consigli di amministrazione.Qualche mese fa, in piena “epoca” Marrazzo, la Regione Lazio ha pensato bene di fare un “regalino” alla Provincia di Viterbo e, per essa, al Monte dei Paschi di Siena, approvando una cessione di credito di 7,5 milioni di euro. Sarebbe interessante conoscere i reali motivi di tanta generosità, anche se qualche cattivo pensiero potrebbe nascere dal fatto che la Talete, che risulta in perdita di oltre un terzo del capitale sociale, ha chiesto un finanziamento proprio al Monte dei Paschi….A tutto ciò si aggiungono 1,5 milioni di euro per il 2009 e 3 milioni all’anno per il biennio 2010-11 che, con una delibera di Giunta del giugno scorso, la Regione Lazio ha impegnato a favore della Provincia di Viterbo, con la quale aveva siglato un protocollo d’intesa per la “manutenzione ordinaria e straordinaria delle reti e degli impianti oggetto di trasferimento”. Finanziamenti che sembra siano serviti a poco se è vero che sono stati registrati su quel territorio allarmanti fenomeni di inquinamento ambientale (nel lago di Vico, in particolare, dove è stata segnalata la presenza di un’alga rossa e di un incremento dei fenomeni tumorali infantili), con la Regione che è rimasta immobile anziché attivarsi per garantire la salubrità ambientale e la qualità dell’acqua destinata al consumo umano, fatte salve le deroghe concesse ai parametri fuori norma!A metà strada tra cittadino, impresa e amministrazione pubblica, gli Ato, che nel Lazio sono cinque, corrispondenti ad altrettante province, hanno il compito di determinare le tariffe ed effettuare il controllo tecnico operativo sulla gestione del servizio idrico e dovrebbero avere autonomia finanziaria rispetto ai Comuni presenti sul territorio. Ma a quanto pare non è così e forse sarebbe il caso di coinvolgere più direttamente gli enti locali, magari distinguendo le funzioni di controllo e indirizzo da quelle di gestione, sulla base della recente legge n. 42/2010 che prevede appunto l’abolizione degli ATO ed il trasferimento delle funzioni alle Regioni. Sarebbe un primo importante passo verso la razionalizzazione del servizio idrico integrato ed il riordino della normativa regionale di settore.Tag:, , , , , , ,
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